Il 15 agosto le tavole degli italiani si riempiono di colorati e profumati manicaretti fatti in casa. Dalla classica insalata di riso all’anguria per fine pasto, le tradizioni sono tante e come capita per tutte le feste, coinvolgono anche la cucina. Quali sono, quindi, i piatti tipici di Ferragosto da nord a sud?
La celebrazione di Ferragosto risale alle feriae augusti, un periodo del calendario romano in cui dopo gli ultimi raccolti estivi ci si riposava dalle fatiche dei campi. E proprio dalla Capitale parte il viaggio alla scoperta dei piatti tipici di Ferragosto. A Roma le casseruole si riempiono di pollo in umido con i peperoni, un classico della cucina locale dal sapore intenso e dolciastro. In tavola non può mancare il pane fresco, con cui fare la scarpetta per gustare il sugo rimasto sul piatto.
La carne è una grande protagonista delle preparazioni estive, complice la bella stagione e la voglia di grigliare costine e pancetta. La tradizione regionale, però, prevede anche altri tipi di cottura. Come per il pollo in umido romano o il piccione arrosto toscano. Quest’ultimo viene farcito con la finocchiona, un insaccato di macinato di maiale aromatizzato al finocchietto e bagnato con vino rosso. «A Ferragosto si mangia il piccione arrosto», il detto toscano è ancora rispettato in tutta la regione, dove si serve questa carne ormai poco diffusa con patate e salsicce.
Facendo un passo indietro si va alla scoperta dei primi piatti tipici di Ferragosto, tra cui si distingue una pasta proveniente dalla costiera amalfitana: gli zitoni. Questi lunghi cilindri vengono spezzati prima della cottura e poi conditi con un sugo di pomodoro fresco, pomodori secchi e capperi. Esiste una versione calabrese degli zitoni, preparata al forno e più ricca di ingredienti. Viene chiamata pasta chjina e al sugo classico si aggiungono polpette, uova lesse a fette, salsiccia e formaggio. Non si può dire non sia una ricetta saporita!
Dedicate alla regina di Savoia, le margheritine sono dei friabili biscottini ideati a Stresa, sul lago Maggiore, dal pasticciere Pietro Antonio Bolongaro nel 1857. Divennero dolci tipici di Ferragosto dal momento in cui i reali sabaudi si innamorarono della ricetta, chiedendola ogni anno durante la pausa estiva. Il segreto della loro fragranza? Nell’impasto il tuorlo viene utilizzato sodo, setacciato e ridotto in farina.
Contrariamente da quello che potrebbe suggerire il nome, questa ricetta non è realizzata con il vero melone ma con l’anguria, che in dialetto siciliano viene chiamata muluna o mellone. È un dolce al cucchiaio preparato con la polpa di anguria setacciata, fatta cuocere con zucchero e farina e poi lasciata raffreddare in freezer. Si pensa che il dessert sia nato durante la dominazione araba o albanese, che si insediò nell’entroterra palermitano. Nel capoluogo siciliano, infatti, il gelo di anguria non viene solo servito a Ferragosto, ma anche durante le feste dedicate a Santa Rosalia, patrona della città.
E voi cosa preparerete a Ferragosto? Se siete più per una grigliata tra amici, potete sbizzarrirvi alla brace con queste 3 idee originali per una grigliata diversa dal solito.