Le proteine nobili come quelle della carne sono coinvolte nei processi biochimici più delicati, quali la respirazione, la crescita, la riparazione cellulare, la circolazione e coagulazione del sangue, la contrazione muscolare. Assumerle è fondamentale. Vediamo come farlo nel modo giusto.
Consigli per tutti
Ogni persona ha la sua individualità anche dal punto di vista dell’alimentazione. Alcune indicazioni però possono avere valore generale, come per esempio mangiare di tutto senza eccedere nelle quantità, consumare alimenti crudi oppure cotti senza grassi, non salare troppo, rispettare i cicli stagionali di frutta e verdura, limitare i dolci che apportano solo zuccheri semplici e così via.
E la carne?
Uno dei consigli più frequenti che ci vengono dai nutrizionisti riguarda la densità energetica. Se si vuole seguire una dieta bilanciata che contrasti il sovrappeso e riduca il rischio di sviluppare malattie, è bene prediligere alimenti che apportino un numero di calorie contenuto, quindi a bassa densità energetica come frutta, verdura, cereali e legumi.
La carne, invece, contiene grassi saturi e colesterolo, entrambi nocivi. Tuttavia è anche ricca di proteine nobili che è fondamentale “assumere” dagli alimenti. Le proteine, infatti, non possono essere rimpiazzate da altri nutrienti, né esistono elementi che possano diventare proteine nobili mediante un processo biochimico.
Rossa o bianca?
La carne dunque possiede macronutrienti importantissimi per il nostro organismo, anche se, come abbiamo visto, ha delle controindicazioni. Quale carne allora è bene scegliere? Ha senso basarsi sul colore? Facciamo chiarezza.
Si definiscono “bianche” le carni di pollo, tacchino e maiale. Sono “rosse” le carni bovine (manzo e vitello), ovine, caprine ed equine, le frattaglie e la selvaggina, sia quella di penna (come il fagiano), sia quella di pelo (come il cinghiale). Le carni bianche in linea di massima contengono meno grassi saturi delle rosse, quindi sono più “sane”. La risposta tuttavia non è così semplice: molti fattori possono influenzare la qualità della carne. Bisognerebbe appurare in quale ambiente l’animale è stato allevato e di che cosa si è nutrito perché se le condizioni non sono state ottimali, la fettina di maiale potrebbe essere meno innocua di un’intera bistecca di manzo.
Non solo sostanze nocive
La carne non va demonizzata. L’importante è sceglierla e consumarla con consapevolezza evitando gli eccessi. Per la carne rossa, per esempio, limitiamoci a 500 g alla settimana, priviamola sempre del grasso visibile — anche se questo ne riduce la piacevolezza -, alterniamola a qualche petto di pollo o tacchino che possiamo consumare con maggiore libertà e ad altre fonti di proteine nobili come le uova, il pesce e i formaggi.