Domani 22 aprile si celebra l’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra, giunta al 51esimo anniversario. Ogni anno questa data ci ricorda con ancora più forza quello che auspicabilmente dovrebbe essere un monito quotidiano per ciascuno di noi: viviamo su un Pianeta unico che è la nostra casa comune, con risorse tutt’altro che illimitate. Ci aspettano innumerevoli sfide per riuscire a tutelare l’ambiente naturale, in modo che continui a garantire sopravvivenza agli umani e a tutte le specie che lo abitano.
Si tratta perciò di un gradissimo evento di sensibilizzazione, che coinvolge i 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e che ogni anno mobilita oltre un miliardo di persone. Fu istituito nel 1970, in seguito all’incidente dell’anno precedente a Santa Barbara in California: una grave fuoriuscita di petrolio nell’Oceano, che spinse oltre 20 milioni di persone a manifestare in strada, in tutti gli USA. Il tema di quest’anno è Restore Our Earth (“Ricostituiamo la nostra Terra”) e riguarda dunque le scelte concrete da attuare per ripristinare gli equilibri degli ecosistemi e rimediare alle conseguenze ambientali causate da inquinamento, sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, sovrapproduzione, ecc. Tra gli eventi principali, si terrà in Italia la seconda edizione di #OnePeopleOnePlanet, “maratona multimediale” con un palinsesto in diretta streaming televisiva di 13 ore. Voci, approfondimenti e testimonianze si alterneranno dai 4 angoli del Pianeta per una copertura esaustiva. Tra i moduli tematici vi sarà anche quello dedicato alla promozione di una “cucina sostenibile” che riduca al minimo gli sprechi alimentari ed energetici, insieme ad incoraggiare un tipo di nutrizione percorribile e corretto. Proprio per questa sua rilevanza sulla quotidianità, l’Earth Day non si rivolge solo alle grandi Istituzioni internazionali, ma vuole parlare in modo pratico delle scelte attuabili a qualunque scala, con ricadute visibili e misurabili sulla qualità della vita di tutti noi.
Uno dei tasti maggiormente dolenti dell’emergenza ecologica è rappresentato certamente dall’ingente quantità di scarti alla fine della vita dei prodotti di largo consumo e dalla necessità di ridurre il loro impatto tramite un corretto smaltimento e riciclo. In questo ambito Lagostina, da sempre attenta alle tematiche ambientali, ha sposato l’ottica di un intervento concreto: per approdare infine a Rigenera Green, la prima linea di pentole, padelle e casseruole antiaderenti interamente ottenuta con alluminio riciclato al 100%. Lagostina invita perciò al recupero completo dei materiali di produzione, che possono vivere in eterno se lavorati nel modo giusto.
Oltre alle scelte maggiormente responsabili che possiamo attuare nell’acquisto degli oggetti indispensabili per le nostre case, Lagostina ci suggerisce anche l’opportunità di dare avvio a processi più adeguati di smaltimento e riciclo, esercitando un “pensiero attivo”, come ci ricordano gli attivisti dell’Earth Day. Ci sono semplici accorgimenti da tenere a mente, che possiamo formulare in tre domande con relative risposte, all’interno di un piccolo vademecum. Partiamo da un primo quesito a cui rispondiamo subito in modo affermativo!
1. Pentole e padelle si possono riciclare?
Sì certo. Pentole e padelle si possono e si devono riciclare, recuperando preziose materie prime e salvaguardando l’ambiente. L’alluminio e l’acciaio sono riciclabili al 100% e all’infinito, mantenendo inalterate le loro caratteristiche originali, in ognuna delle loro innumerevoli trasformazioni, da prodotto a prodotto. Basti pensare che il 75% dell’alluminio da sempre prodotto nella storia è tuttora in circolo.
Quindi, tramite il loro corretto smaltimento è possibile: recuperare materiale prezioso utilizzabile per produrre nuovi oggetti; - risparmiare fino 95% dell’energia necessaria alla produzione di materiale primario, come nuovo alluminio; - ridurre le emissioni di gas serra; - ridurre le attività estrattive;
2. Quando è il momento di sostituire una pentola o una padella?
L’acciaio e l’alluminio del pentolame in commercio sono materiali quasi eterni. Ma a volte diversi fattori ci possono far capire quando è il momento di sostituire pentole e padelle per la sicurezza della nostra salute e per prestazioni di cottura ottimali. Eccoli: a. Quando le maniglie saldate o rivettate non sono più fissate saldamente. I manici tendono ad allentarsi, senza garanzia di una presa forte e sicura; b. La cottura non è più uniforme; c. Il fondo ha dei residui di bruciature che non si riescono a pulire; d. Graffi evidenti sulla superficie antiaderente, che mettono in evidenza il materiale di supporto; e. La pentola o la padella si deforma con il calore.
3. Ma dove buttare pentole e padelle per avviarle al riciclo?
La raccolta differenziata delle pentole e delle padelle dipende dall’organizzazione comunale e dalle dimensioni del prodotto. Pentole e padelle di acciaio e alluminio, di piccole dimensioni, possono essere conferite insieme alla raccolta dei metalli casalinga. Nei centri di raccolta i prodotti verranno smistati e avviati al riciclo vero e proprio. Per migliorare la differenziazione sarebbe opportuno togliere (quando avvitate) le manicature in materiale plastico, che a loro volta andranno smaltite nel migliore dei modi. Se invece ciò di cui dobbiamo disfarci è di grandi dimensioni, solitamente è necessario recarsi nel centro di raccolta del proprio Comune. Il consiglio, dunque, è di informarsi prima presso i servizi comunali al cittadino, per non gettare le padelle nell’indifferenziato. Questa è senz’altro la prima occasione imperdibile e alla portata di tutti per salvaguardare le risorse ambientali.