Impariamo a conoscere i principali tagli della carne bovina, anche se ogni regione ha le sue particolarità.
A proposito di bovini
Se entrate in macelleria e chiedete della carne bovina tout court, il macellaio potrebbe rimanere perplesso e chiedervi quantomeno di precisare a quale animale facciate riferimento. Sì perché vitello, vitellone, manzo e bue appartengono tutti alla stessa specie, quella dei bovini, appunto, ma sono molto diversi tra loro.
Il manzo per esempio è di 3 o 4 anni d’età e castrato. La sua carne, di colore rosso-acceso quanto più giovane è l’esemplare da cui proviene, è abbastanza grassa e saporita.
Il vitellone ha tra i 12 e i 24 mesi e non è stato castrato. La sua è la carne più comune ed è più delicata e digeribile di quella del manzo.
Il vitello è l’animale più giovane in assoluto con un’età inferiore ai 12 mesi. La sua carne si presenta bianca rosata, molto magra e con un’alta quantità di acqua.
Il bue infine è il maschio castrato in giovane età. La sua carne ha caratteristiche intermedie tra il vitellone e il vitello, con una leggera presenza di grasso.
I tagli del manzo
I tagli del manzo sono 27 e sono più o meno simili, quanto a configurazione, in tutta Italia, anche se cambiano i loro nomi a seconda delle regioni. Il manzo viene diviso in due mezzene nel senso della lunghezza, poi in due quarti: il posteriore e l’anteriore. I tagli posteriori, più pregiati, sono in tutto 14 e tra questi citiamo:
· il geretto posteriore (per arrosti e spiedi),
· la noce (ancora arrosti e scaloppine),
· il codone (per arrosti e brasati),
· il magatello o girello (scaloppine)
· il pesce (bolliti e stracotti),
· il filetto (medaglioni o crudo),
· lo scamone (bistecche e arrosti),
· lo spinacino (rotoli farciti),
· il bianco costato di pancia (bolliti e spezzatini),
· il controfiletto o roast-beef (bistecche e arrosti),
· le costate (bistecche).
Tra i tagli del quarto anteriore citiamo:
· il reale (brasati e bolliti),
· il fusello (ancora brasati e bolliti),
· il geretto anteriore (ossibuchi).
I tagli del vitello
Secondo la tecnica di macellazione usata nel nostro paese, il vitello viene diviso in due parti all’altezza della sesta-settima costola, ottenendo così il busto (che corrisponde ai due quarti anteriori del manzo uniti) e la sella (che corrisponde ai due quarti del manzo posteriori, sempre uniti). I tagli del vitello sono in tutto 22 e, anche in questo caso, le carni più pregiate sono quelle dei quarti posteriori. I nomi stessi sono talvolta simili a quelli del manzo, ma nel complesso hanno destinazioni culinarie diverse. Come:
· il geretto posteriore (noto come stinco),
· la fesa francese (per scaloppine, paillardes, involtini),
· il magatello (usato per il vitello tonnato),
· lo scamone (noto in questo caso come arrosto di codino),
· i nodini (ottimi in padella o alla griglia),
· le costolette (adatte a essere impanate).
Tra i quarti anteriori del manzo citiamo:
· la punta di petto (per tasche ripiene),
· il cappello da prete (bolliti, umidi, spezzatini),
· il geretto anteriore (usato per il brodo).