Balilla, Vialone Nano, Ribe, Arborio, Carnaroli. Sono solo alcune delle varietà di riso che spesso acquistiamo al supermercato senza farci troppe domande.
Tuttavia, per ottenere un buon risultato da ogni preparazione a base di quest’antica graminacea di origine asiatica, non è importante solo utilizzare il supporto più idoneo in cucina; è fondamentale conoscere anche le caratteristiche delle principali tipologie e scegliere il riso migliore per ogni ricetta.
La merceologia italiana impone una classificazione che si basa sulla grandezza del chicco e che comporta la distinzione tra:
– riso comune o “tondo” (chicchi piccoli e tondi, cuoce in circa 12-13 minuti), cui appartiene il Balilla che si sfarina facilmente, quindi ideale per minestre e dolci;
– semifino (chicchi tondi di lunghezza media e cottura di circa 15 minuti), con il Vialone Nano in vetta alla classifica dei più pregiati per proprietà organolettiche e resistenza alle cotture, ideale per i risotti;
– fino (con chicchi lunghi e affusolati che cuociono in 14-16 minuti) come il Ribe, che ha una consistenza abbastanza compatta e può essere cotto in pentola a pressione per ottenere chicchi sodi e ben staccati da impiegare per le insalate;
– superfino (chicchi grossi e lunghi che impiegano in media 18 minuti per cuocere) come il Carnaroli e l’Arborio, entrambi ideali per contorni o risotti mantecati da cuocere in padella o in risottiera.
A rivelarsi versatili per gli usi in cucina sono anche altre varietà meno note, apprezzate perché donano colore ai piatti, profumate e dal sapore aromatico. Ne sono esempi il riso Basmati e il Jasmine.
Il primo, originario di India e Pakistan, ha chicchi affusolati ed è apprezzato, oltre che per il profilo aromatico che si presta ad accompagnare piatti molto speziati, per l’indice glicemico più basso rispetto al riso bianco. La cottura ideale è il pilaf: si prepara in pentola a pressione affettando e facendo rosolare mezza cipolla, tostando il riso per un paio di minuti e versando brodo in volume doppio rispetto al riso. Si aggiunge un pezzetto di cannella e qualche chiodo di garofano. Si copre e si fa cuocere a valvola chiusa per 10 minuti dal fischio.
Il riso Jasmine, invece, è coltivato principalmente in Thailandia. Ha un profumo delicato di gelsomino che si sposa benissimo con le preparazioni agrodolci e i piatti piccanti tipici della cucina thai. Preparatelo con il supporto della pentola a pressione, ma cuocendolo al vapore, per mantenere fragranti i profumi. Utilizzate un cestello per evitare il contatto diretto con l’acqua e calcolate circa 200 ml di liquido ogni 100 g di riso. I tempi di cottura variano dai 20 ai 40 minuti, in base alla quantità di riso da cuocere.
Poi ci sono il riso venere e il riso rosso.
A caratterizzare il primo, oltre all’aspetto cromatico che lo rende noto anche come “riso nero“, l’elevata presenza di fibre, e poi polifenoli e antociani che hanno proprietà antiossidanti. I tempi medi di cottura del venere superano i 30 minuti, quindi l’ideale è dimezzarli con l’ausilio della pentola a pressione. Per gustarlo al meglio, una volta cotto, saltatelo in padella con gamberi, zucchine e curcuma; oppure preparate una fresca insalata con salmone affumicato, avocado e succo di lime.
Il riso rosso è una varietà di riso orientale coltivato anche in Italia. Solitamente è integrale, è ricco di fibre e sali minerali. Per assaporarne al meglio gli aromi fragranti va bollito e impiegato per piatti freddi, condito con un pizzico di paprika e ceci tostati.
Utilizzando la giusta qualità di riso per ogni preparazione, saremo sicuri di ottenere il massimo dal nostro piatto, e riuscire a esaltare le ricette rendendole indimenticabili.